ADDIO AL PIOPPO SECOLARE DEL CERLETTI
CONEGLIANO. Ha
suscitato tanta amarezza tra i Coneglianesi il taglio del maestoso pioppo, che
si trovava all'incrocio tra via Dalmasso e via Zamboni, all'altezza della
scuola enologica Cerletti. La storica pianta (un
esemplare di "populos nigra", non un pioppo qualsiasi, alto una ventina di metri) è stata tagliata perchè
malata. Dopo ben 120 anni scompare così uno degli
alberi più caratteristici della città di Conegliano. Diversi cittadini
hanno accolto con un velo di tristezza l'abbattimento. Ma il destino del pioppo
era già segnato e, prima che potesse cedere e cadere in strada provocando danni
a cose o persone, è stato abbattuto. Già l'anno scorso era stato potato, in
quanto pericolante. Un intervento che, però, non è riuscito a salvarlo. Forse una potatura eccessiva? Almeno questo è quello che si deduce tra le righe
della perizia. La colpa insomma, ancora una volta, è dell'uomo.
“Ho
estrapolato la notizia dalla stampa locale. Quel pioppo, negli ultimi anni, si
trovava all’interno del cortile della Scuola Enologica. Ma non è sempre stato
così. Quando chi scrive era una bimbetta, poi scolaretta, poi studentessa e
più tardi anche mamma, quell’albero si trovava all’angolo della strada, all’esterno
della recinzione. Al suo riparo tutti trovavano ristoro, chi al ritorno da
scuola (a quel tempo si andava solo a piedi), chi dal lavoro, chi per
incontrare gli amici. Anche le mamme con i passeggini lì si ritrovavano per quattro chiacchiere all’ombra, come in un
tacito accordo. Era una specie di rito, una consuetudine prima di intraprendere
il lungo rettilineo in dura salita (ora quasi inesistente) che portava alle
nostre abitazioni. Con la modifica della viabilità il pioppo si trovava all'interno della recinzione e, passando nelle calde giornate di primavera, spesso si notavano gli studenti della scuola, seduti a semicerchio, mentre ascoltavano le lezioni del professore. Tutti questi ricordi mi hanno ispirato alcune
riflessioni che vorrei condividere con il mio pubblico, nella certezza che
molti amici e amiche coneglianesi e non si ritroveranno nel testo che
segue”.
ADDIO … AMICO
Ci avvolgevi nel tuo
verdeggiante manto
e la magia giungeva
d’incanto,
come cullati tra le
braccia della mamma,
come rincuorati
d’inverno da ardente fiamma,
… tu eri sempre là, in
paziente attesa,
ti ergevi maestoso
quasi a nostra difesa.
La tua chioma
rigogliosa e gigantesca
ai nostri occhi era
davvero principesca,
sui tuoi rami gli
uccellini offrivano un concerto
e, sotto le fronde, il
riparo era per noi come oasi nel deserto,
scomparivan tristi
pensieri, ansia, calura,
nulla al mondo faceva
più paura.
E poi, prima di
arrancare su per la lunga e faticosa salita,
se i nostri cuori
portavan un peso o una ferita,
tu ci stavi in
silenzio ad ascoltare
ondeggiando come alla
brezza del mare,
quante gioie, dolori,
crucci e pene d’amore,
hai racchiuso nel tuo
secolare cuore!
Ora, dopo
centovent’anni di onorato servizio,
anche per te è giunto
il giorno del giudizio,
più non reggevi il
peso degli anni e dei lamenti
e sei stato abbattuto
tra mille umani tormenti:
ma tu, come un soldato
sull’attenti, prima del fatal tonfo,
imperterrito, non un
urlo di dolore o di trionfo,
solo quell’ultimo
assordante rumore
… e giù, in
quell’estremo abbraccio senza clamore.
Per un lungo istante
tutte le cose si sono taciute,
il vento ha trattenuto
il suo soffio,
gli uccellini son
volati via,
più non ha risuonato
voce d’uomo.
Addio … amico pioppo!
L’uomo non ha saputo
salvarti … purtroppo!
Jacqueline Rose Sanson
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