12/07/15

ADDIO ... AMICO



ADDIO AL PIOPPO SECOLARE DEL CERLETTI



CONEGLIANO. Ha suscitato tanta amarezza tra i Coneglianesi il taglio del maestoso pioppo, che si trovava all'incrocio tra via Dalmasso e via Zamboni, all'altezza della scuola enologica Cerletti. La storica pianta (un esemplare di "populos nigra", non un pioppo qualsiasi, alto una ventina di metri) è stata tagliata perchè malata. Dopo ben 120 anni scompare così uno degli alberi più caratteristici della città di Conegliano. Diversi cittadini hanno accolto con un velo di tristezza l'abbattimento. Ma il destino del pioppo era già segnato e, prima che potesse cedere e cadere in strada provocando danni a cose o persone, è stato abbattuto. Già l'anno scorso era stato potato, in quanto pericolante. Un intervento che, però, non è riuscito a salvarlo. Forse una potatura eccessiva? Almeno questo è quello che si deduce tra le righe della perizia. La colpa insomma, ancora una volta, è dell'uomo.

“Ho estrapolato la notizia dalla stampa locale. Quel pioppo, negli ultimi anni, si trovava all’interno del cortile della Scuola Enologica. Ma non è sempre stato così. Quando chi scrive era una bimbetta, poi scolaretta, poi studentessa e più tardi anche mamma, quell’albero si trovava all’angolo della strada, all’esterno della recinzione. Al suo riparo tutti trovavano ristoro, chi al ritorno da scuola (a quel tempo si andava solo a piedi), chi dal lavoro, chi per incontrare gli amici. Anche le mamme con i passeggini lì si ritrovavano  per quattro chiacchiere all’ombra, come in un tacito accordo. Era una specie di rito, una consuetudine prima di intraprendere il lungo rettilineo in dura salita (ora quasi inesistente) che portava alle nostre abitazioni. Con la modifica della viabilità il pioppo si trovava all'interno della recinzione e, passando nelle calde giornate di primavera, spesso si notavano gli studenti della scuola, seduti a semicerchio, mentre ascoltavano le lezioni del professore. Tutti questi ricordi mi hanno ispirato  alcune riflessioni che vorrei condividere con il mio pubblico, nella certezza che molti amici e amiche coneglianesi e non si ritroveranno nel testo che segue”.

ADDIO … AMICO

Ci avvolgevi nel tuo verdeggiante manto
e la magia giungeva d’incanto,
come cullati tra le braccia della mamma,
come rincuorati d’inverno da ardente fiamma,
… tu eri sempre là, in paziente attesa,
ti ergevi maestoso quasi a nostra difesa.
La tua chioma rigogliosa e gigantesca
ai nostri occhi era davvero  principesca,
sui tuoi rami gli uccellini offrivano un concerto
e, sotto le fronde, il riparo era per noi come oasi nel deserto,
scomparivan tristi pensieri, ansia, calura,
nulla al mondo faceva più paura.
E poi, prima di arrancare su per la lunga e faticosa salita,
se i nostri cuori portavan un peso o una ferita,
tu ci stavi in silenzio ad ascoltare
ondeggiando come alla brezza del mare,
quante gioie, dolori, crucci e pene d’amore,
hai racchiuso nel tuo secolare cuore!
Ora, dopo centovent’anni di onorato servizio,
anche per te è giunto il giorno del giudizio,
più non reggevi il peso degli anni e dei lamenti
e sei stato abbattuto tra mille umani tormenti:
ma tu, come un soldato sull’attenti, prima del fatal tonfo,
imperterrito, non un urlo di dolore o di trionfo,
solo quell’ultimo assordante rumore
… e giù, in quell’estremo abbraccio senza clamore.
Per un lungo istante tutte le cose si sono taciute,
il vento ha trattenuto il suo soffio,
gli uccellini son volati via,
più non ha risuonato voce d’uomo.
Addio … amico pioppo!
L’uomo non ha saputo salvarti … purtroppo!

                                                              Jacqueline Rose Sanson




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