07/10/16

Le rondini



Da qualche giorno le rondini avevano cominciato a mostrare evidenti segni di irrequietezza: volavano insistentemente avanti e indietro, dentro e fuori dal nido, zirlando con insistenza inusuale.

4 ottobre, giorno di San Francesco, fa un po’ freddo, l’autunno sta avanzando. Mi affaccio al balcone e faccio in tempo a vederle volteggiare un’ultima volta attorno al campanile e poi … addio … sono volate via, lontano, verso i paesi caldi dell’Africa.

Ora le attendiamo di ritorno, come vuole il proverbio, per S. Benedetto, 21 marzo, equinozio di primavera. Chissà quale invisibile bussola guida queste indomite trasvolatrici!
Le rondini rappresentano un simbolo di libertà e di avventura, infatti girano il mondo e volano per migliaia di chilometri senza scalo. Sono pure un emblema di fedeltà in quanto tornano sempre nello stesso luogo dove recuperano il vecchio nido, o se ne costruiscono sapientemente uno nuovo. Con un pizzico di fantasia possiamo anche affermare che simboleggiano in sè i valori della famiglia: si accoppiano, dopo qualche settimana le femmine depongono da tre a sei uova, seguono 12-18 giorni di cova, poi i gusci si incrinano, dopo quattro giorni già i rondinini si affacciano sull’orlo del nido a becco spalancato, mamma e papà li nutrono, li imbeccano, li addestrano al volo. Devono imparare tutto bene e presto: a settembre-ottobre bisogna ripartire e il viaggio sarà una dura selezione darwiniana.

Osservare le rondini mi ha fatto riflettere.

LE RONDINI

Quattro ottobre, festa di San Francesco:

nel  cielo le rondini dipingono un arabesco;

a miriadi danzano  festose

intonando note armoniose.

Un vento lieve mi accarezza il viso

 ed il cuore mi si stringe all’improvviso:

le rondini si stanno radunando

perchè … se ne stanno andando!

E’ arrivato l’autunno, è tempo di volare

in paesi più caldi, attraversando il mare.

Un’ultima sosta sul campanile, sui tetti all’intorno,

un ultimo sguardo, è l’ultimo giorno,

poi spiccano il volo e vanno incontro al sole.

Il cielo è grigio, s’inchina cupo l’ultimo girasole,

gli alberi lascian cadere le foglie ormai gialle,

risuona una grande malinconia nella valle.

Pensieri tristi s’infilano nella mia mente,

poi se ne vanno improvvisamente,

s’affacciano la speranza e la certezza

che spazzano via d’un tratto l’amarezza:

a primavera le nebbie si diraderanno,

il sole e le rondini a stormi ritorneranno,

ritroveranno i loro nidi sotto i tetti

e le rivedremo danzare nei loro minuetti!

Sentiremo nel nostro cuore la sensazione

di una piacevole e lieta emozione,

volgeremo lo sguardo verso il cielo, verso la vita,

 ci coglierà una dolce quiete ed una gioia infinita.

                                                                                                                   Jacqueline R. Sanson


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