Da qualche giorno le
rondini avevano cominciato a mostrare evidenti segni di irrequietezza: volavano
insistentemente avanti e indietro, dentro e fuori dal nido, zirlando con
insistenza inusuale.
4 ottobre, giorno
di San Francesco, fa un po’ freddo, l’autunno
sta avanzando. Mi affaccio al balcone e faccio in tempo a vederle volteggiare
un’ultima volta attorno al campanile e poi … addio … sono volate via, lontano, verso
i paesi caldi dell’Africa.
Ora le attendiamo di
ritorno, come vuole il proverbio, per S. Benedetto, 21 marzo, equinozio di
primavera. Chissà quale invisibile bussola guida queste indomite trasvolatrici!
Le rondini rappresentano un simbolo di libertà e di avventura, infatti girano il mondo e volano per migliaia di chilometri senza scalo. Sono pure un emblema di fedeltà in quanto tornano sempre nello stesso luogo dove recuperano il vecchio nido, o se ne costruiscono sapientemente uno nuovo. Con un pizzico di fantasia possiamo anche affermare che simboleggiano in sè i valori della famiglia: si accoppiano, dopo qualche settimana le femmine depongono da tre a sei uova, seguono 12-18 giorni di cova, poi i gusci si incrinano, dopo quattro giorni già i rondinini si affacciano sull’orlo del nido a becco spalancato, mamma e papà li nutrono, li imbeccano, li addestrano al volo. Devono imparare tutto bene e presto: a settembre-ottobre bisogna ripartire e il viaggio sarà una dura selezione darwiniana.
Le rondini rappresentano un simbolo di libertà e di avventura, infatti girano il mondo e volano per migliaia di chilometri senza scalo. Sono pure un emblema di fedeltà in quanto tornano sempre nello stesso luogo dove recuperano il vecchio nido, o se ne costruiscono sapientemente uno nuovo. Con un pizzico di fantasia possiamo anche affermare che simboleggiano in sè i valori della famiglia: si accoppiano, dopo qualche settimana le femmine depongono da tre a sei uova, seguono 12-18 giorni di cova, poi i gusci si incrinano, dopo quattro giorni già i rondinini si affacciano sull’orlo del nido a becco spalancato, mamma e papà li nutrono, li imbeccano, li addestrano al volo. Devono imparare tutto bene e presto: a settembre-ottobre bisogna ripartire e il viaggio sarà una dura selezione darwiniana.
Osservare le rondini
mi ha fatto riflettere.
LE
RONDINI
Quattro
ottobre, festa di San Francesco:
nel cielo le rondini dipingono un arabesco;
a miriadi danzano festose
intonando
note armoniose.
Un vento
lieve mi accarezza il viso
ed il cuore mi si stringe all’improvviso:
le rondini si
stanno radunando
perchè … se
ne stanno andando!
E’ arrivato
l’autunno, è tempo di volare
in paesi più
caldi, attraversando il mare.
Un’ultima sosta
sul campanile, sui tetti all’intorno,
un ultimo
sguardo, è l’ultimo giorno,
poi spiccano
il volo e vanno incontro al sole.
Il cielo è
grigio, s’inchina cupo l’ultimo girasole,
gli alberi
lascian cadere le foglie ormai gialle,
risuona una
grande malinconia nella valle.
Pensieri
tristi s’infilano nella mia mente,
poi se ne
vanno improvvisamente,
s’affacciano la
speranza e la certezza
che spazzano
via d’un tratto l’amarezza:
a primavera
le nebbie si diraderanno,
il sole e le
rondini a stormi ritorneranno,
ritroveranno
i loro nidi sotto i tetti
e le rivedremo
danzare nei loro minuetti!
Sentiremo nel
nostro cuore la sensazione
di una
piacevole e lieta emozione,
volgeremo lo
sguardo verso il cielo, verso la vita,
ci coglierà una dolce quiete ed una gioia
infinita.
Jacqueline R. Sanson
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